giovedì 25 aprile 2024

I novant'anni di zio Mimì

Domenica, 21 aprile, zio Mimì (Domenico) Iacono ha compiuto 90 anni. Figlio di Peppino Iacono e Olimpia Feola, è il fratello più piccolo di mio padre Ciro. 

E' nato a Ponza ma vive a Tortolì, in Sardegna, con sua moglie Rosanna, i suoi figli e nipoti. 

Sono stati in tanti a festeggiarlo, anche il Comitato di San Lussorio di cui è socio. In un articolo pubblicato su Vistanet.it, viene evidenziata la sua presenza ed il contributo nel promuovere la cultura locale di Tortolì.

Zio Mimì è stato definito un "pilastro" nella comunità di Tortolì. 

Tanti auguri zio Mimì!!!


Zio Mimì con una bellissima torta


Zio Mimì con la moglie Rosanna, i figli Gabriella e Silverio


Zio Mimì con la nipote Elena

mercoledì 24 aprile 2024

BUON 25 APRILE!!!

  In questo giorno ricordiamo che il 25 aprile 1945 ci fu la fine dell'occupazione nazista, la caduta del fascismo.

Per combattere il nazifascismo, in quegli anni, si era organizzata la Resistenza formata dai partigiani.
Anni di lotte, di sacrifici per conquistare la libertà.
Una pagina di storia, quindi, molto importante.
Furono anni terribili ma alla fine riuscirono a vedere l'Italia libera, altri, purtroppo non ebbero questa possibilità. 
Ricordiamo Mario Magri, Silvio Campanile che persero la vita alle Fosse Ardeatine, Antonio Camporese  fu ucciso dai tedeschi il 28 aprile 1945 a Porta Savonarola, una delle vie d'accesso di Padova, proprio mentre era in corso l'ultimo scontro armato in quella città. 
Ed ancora, Carlo Fabbri, Walter Busi...e tanti altri
Legati a Ponza perchè confinati all'isola e per aver sposato delle donne ponzesi.
Carlo Fabbri, confinato a Ponza,  sposò la ponzese Giuseppina Bosso e subirono vessazioni di ogni tipo per le loro idee da parte dei fascisti, purtroppo morirono prima della liberazione dell'Italia.

Onore a questi eroi, spesso dimenticati, che hanno fatto grande l'Italia.
Sono tante le storie italiane che non sono scritte nei libri.
Non possiamo dimenticare.

"Una mattina mi sono svegliato,
o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao! Una mattina mi sono svegliato, e ho trovato l'invasor. O partigiano, portami via, o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao! O partigiano, portami via, ché mi sento di morir..."

Nota:
Il fiore del 25 aprile è il papavero rosso simbolo della Resistenza, libero perchè cresce spontaneamente.
Ha i petali delicati come ali di farfalle ed è rosso fuoco come il sangue.


"...e questo è il fiore del parigiano, morto per la libertà"



La ponzese Giuseppina Bosso ed il marito Carlo Fabbri, caduto nella Resistenza (Foto tratta dal libro di Silverio Corvisieri " Zì Baldone (accadde a Ponza nel Novecento)"




domenica 21 aprile 2024

Un vecchio modo di dire ponzese

 Passe sèmpe pe ncòppe i cannucce

(passa sempre al di sopra delle canne)

La pesca al cefalo veniva fatta con due reti, una verticale, per cingerli, l'altra orizzontale tenuta da canne per farla stare distesa sull'acqua per evitare che il cefalo saltasse con facilità l'ostacolo della rete verticale. Quelli che riuscivano ad evitare la rete orizzontale erano pochissimi e superandola dimostravano eccellenza nel salto. 

Con questa espressione si voleva indicare persone furbe, capaci di evitare qualsiasi ostacolo e rimanere sempre illese.

(Tratto dal libro di Ernesto Prudente "A Panje - proverbi di Ponza")

Isola di Ponza nel tempo (Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)





venerdì 19 aprile 2024

San Silverio a Bosa Marina

 I ponzesi nel loro girovagare per il Mar Mediterraneo hanno sempre portato il loro Santo Protettore, San Silverio.

Molti di loro si sono fermati con le loro famiglie in questi luoghi ma non hanno dimenticato l'isola da cui provengono, Ponza.

In molte chiese della Sardegna come ad Arbatax, a Cagliari, a Carloforte, a La Maddalena, a Vignola c'è una statua di San Silverio.

Anche a Bosa Marina, in provincia di Oristano,  nella chiesa di Stella Maris,  c'è una bella statua di San Silverio (Foto inviata da Mauro Avellino)

La foto di San Silverio sull'altare è di Civita Mazzella.

Dove c'è un ponzese c'è San Silverio...




martedì 16 aprile 2024

Lina la veneziana

 Leggendo un libro di Paolo Iannuccelli mi sono imbattuta nella figura di  Lina la veneziana (Carolina Zampieri), una ponzese acquisita, scomparsa qualche anno fa. Era una persona gentilissima, dolcissima.  Mia figlia Marianna, quando era piccola, si incantava davanti alla vetrina di quel negozio di souvenir. 

Paolo Iannuccelli così scrive di lei:

"Chi arriva a Ponza e passa per Corso Pisacane non può fare a meno di rimanere colpito da un negozio che fin dall'insegna, "Souvenirs Cartoline", appare diverso dagli altri. Lo gestisce Carolina Zampieri, da tutti conosciuta come Lina, una signora minuta e affabile, la cui voce è resa ancora più dolce dalla cadenza veneta. Lina infatti è nata vicino a Venezia: a Ponza si è trasferita  oltre quarant'anni fa, dopo aver sposato Tony (in realtà il suo vero nome era Antonio, ma la frequentazione della terra veneta dove già viveva il fratello Benito aveva operato la trasformazione).  A Ponza Lina ha vissuto diversi anni con il marito e i vecchi suoceri, in quella casa antica dall'architettura particolare: al piano terra il negozio di cartoline e dietro quella che ora si chiama "zona giorno",  al primo piano le camere da letto. Poi i suoceri  sono morti e purtroppo da qualche anno anche Tony non c'è più. Così Lina si è ritrovata sola in quel negozio, "Souvenirs Cartoline" dove la gente si ferma  sempre volentieri, perchè oltre a cartoline e piccoli oggetti da regalare o da portare a casa come ricordo di una piacevole vacanza, trova tanta cortesia, e soprattutto un  locale che sembra appartenere ad altri tempi. 

" All'inizio mi stupivo  vedendo i turisti che passando scattavano foto, sia dall'esterno che sulla porta - commenta sorridendo - ma ora i flash che ogni tanto vedo lampeggiare anche quando sono nella stanza dietro non mi fanno più effetto."  

Il fatto è che l'arredamento del locale è assolutamente particolare: lo stesso che apparteneva tanti anni fa,  ad una vecchia farmacia. Solo una mano di vernice, o forse più, ha alterato il colore originale del legno, ma gli scaffali, con mensole e sportelli, sono bellissimi e si vede che sono stati realizzati a mano. In tanti hanno chiesto di poterli acquistare. "Se ne potrà parlare quando chiuderò definitivamente il negozio", aggiunge Lina. Già. E' l'interrogativo di ogni anno.  L a "veneziana" trapiantata a Ponza fa infatti ritorno al suo paese nei mesi invernali; è lì che vivono i suoi familiari. All'inizio di ogni primavera, quando torna a Ponza, dice a se stessa e agli amici: "Questo è l'ultimo anno e poi mi ritiro definitivamente: sono stanza,  sono sola". Anche se poi qualcuno che le dà una mano nel negozio lo trova sempre. Così, stagione dopo stagione, il tempo passa e il negozio "Souvenirs Cartoline" resta sempre lo stesso, caratteristico nello stile e nell'impostazione: unica concessione al nuovo che avanza, gli infissi della porta d'ingresso, una necessità. Ma varcata la soglia, ecco le cartoline tutte infila nell'espositore di legno fatto; le barchette, le piastrelle, gli oggetti in ceramica e in legno occhieggiare dietro le vetrine chiuse dal di dentro con un gancio;  ecco altri sportelli con pomoli minuscoli.  Una piccola statua di San Silverio, nella versione con la barba bianca come quella esposta nella chiesa di Le Forna, ha il posto d'onore al centro della grande scaffalatura che occupa l'intera parete all'ingresso, sull'arco mascherato da una una tenda fiorata che porta nella stanza interna. Davanti al santo, due vasi con i garofani rossi, finti, immutabili: sembra che perfino la luce li abbia risparmiati, conservandone inalterati i colori. In alto, alla destra di chi entra, sono in bella mostra tre o quattro quadri a olio che immortalano  uno scorcio di Ponza. Sono opera di un artista napoletano che tanti anni fa venne a Ponza e si pagò la villeggiatura dipingendo. Un ristoratore ponzese lo prese a benvolere, e ancora oggi gli fa da mecenate: porta le sue opere a Lina e lei gliele vende quando trova un estimatore o un appassionato. Il che succede molto più spesso di quanto si potrebbe pensare.

In quel microcosmo in cui il tempo sembra essersi fermato, il turista sosta, ed è come immergersi in un'oasi, estranei alla confusione e al consumismo che fuori la fanno da padrone (anche i prezzi, detto tra noi, paiono fuori dal tempo).

Fra i turisti, poi,  si è sparsa la voce di questa presenza veneta, in un'isola  in cui tutti parlano napoletano: molti villeggianti vengono proprio dal Veneto e considerano un piacevole obbligo sostare in quel negozietto del corso, che dà proprio sul porto. Parlando con Lina si sentono a casa. E lei anche",

Questo negozio ormai non esiste più...


Carolina Zampieri (Lina) con il marito Antonio Farese (Tony) davanti al negozio (Archivio fotografico di Giovanni Pacifico)

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